Con il termine Tumore si intende un’intera classe di malattie caratterizzare da un’incontrollata riproduzione di alcune cellule dell’organismo, che si trasformano e cominciano a moltiplicarsi in maniera non regolata. Quando le cellule malate provengono dalle vie aeree – i bronchi, le strutture che portano aria al polmone – si parla di tumore del polmone.
I tumori del polmone sono di due tipi, identificati dall’aspetto delle cellule tumorali: il carcinoma polmonare non a piccole cellule, che è il più comune (75-80%), e il carcinoma polmonare a piccole cellule, meno comune ma più rapido e aggressivo.
Il carcinoma bronchiale è il più diagnosticato (nel 2000, oltre 1 milione e 200 mila casi) e, per entrambi i sessi, è la principale causa di morte nell’ambito del tumore.
Il più importante “fattore di rischio” per il tumore del polmone è rappresentato dal fumo di sigaretta. Più si fuma, più aumenta il rischio di tumori al polmone (e ad altre zone del corpo come bocca, gola, esofago, rene, utero eccetera). Altre cause possono essere l’esposizione al fumo passivo e ad agenti cancerogeni come amianto, cromo, arsenico e altri, dovuti a particolari condizioni lavorative. C’è poi una predisposizione personale ad ammalarsi, dovuta ad alterazioni del DNA.
I sintomi della malattia spesso sono del tutto assenti o non specifici (cioè non direttamente attribuibili al tumore). Questo fa sì che solo il 15% dei casi di tumore al polmone venga scoperto nelle fasi iniziali della malattia, quando le possibilità di cura sono più alte.
Tra i tanti sintomi del tumore al polmone, si contano: tosse catarrosa o secca, dolore al torace, polmoniti o bronchiti¸ difficoltà respiratoria, raucedine. Ci sono poi una serie di altri sintomi non direttamente riconducibili al tumore, che variano a seconda dello stadio della malattia.
La forte aggressività dei tumori polmonari è data anche dalla difficile diagnosi: il tumore può infatti crescere nell’organismo senza manifestarsi in alcun modo, ed è la ragione per cui nella maggior parte dei casi il tumore viene diagnosticato quando la malattia è a uno stadio avanzato.
Purtroppo non esistono ancora programmi di screening (o diagnosi precoce) come invece accade per i tumori della mammella e dell’utero, che potrebbero anticipare i tempi delle diagnosi e dunque anche le probabilità di guarigione.
Questi i più frequenti esami per la diagnosi del tumore: radiografia del torace¸ tomografia computerizzata spirale, citologia dell’espettorato, tomografia ad emissione di positroni, diagnosi cito-istologica o anatomopatologica.
Nelle prime fasi della malattia si può procedere all’asportazione del tumore, operazione che interessa diverse porzioni del polmone.
Attraverso radiazioni ad alta energia si distrugge o riduce il tumore senza eccessivi danni al tessuto vicino. La radioterapia è associata ad altre terapie (chirurgia e chemioterapia), ed è molto importante nella limitazione del dolore del malato.
Si utilizzano farmaci che bloccano la crescita delle cellule tumorali o le distruggono, con lo scopo di ottenere risposte dall’organismo e prolungare la vita del paziente.
La ricerca sul genoma umano ha dato il via alla creazione di farmaci basati sull’interazione con il DNA, ovvero su obiettivi molecolari. Questi farmaci – frutto degli ultimi anni di ricerca scientifica in campo medico – sono estremamente selettivi, ovvero agiscono solo sulle cellule malate senza danneggiare i tessuti circostanti o altre parti sane dell’organismo.